Chiude la prima edizione del Gran Premio di F1 a Miami ed è facile individuare il vero vincitore dell’evento. Non solo Verstappen naturalmente, transitato primo al traguardo con la sua Red Bull, non solo la “Liberty Media”, organizzatore del circo della F1 che in Miami ha trovato forse la sua espressione migliore. E’ convinzione comune che il vero protagonista della gara, il vero vincitore (o vincitrice) di questa splendida competizione, sia solo una e cioè proprio la città di Miami.
Una città che – come è solita fare – si è stretta intorno alla sua manifestazione creandone con sapienza il pregresso, il durante ed il futuro. Costruendo spettacolo e producendo business. Esattamente come questa città sa fare, e molto bene, con tutte le sue più importanti manifestazioni, siano esse sportive, culturali, artistiche o fieristiche.
E come ha fatto per il SuperBowl, come per il favoloso Salone Nautico internazionale, o il Miami Open di Tennis, come per la straordinaria mostra di Banksy o il clamoroso Art Basel, come i roboanti concerti del Miami Music Week, od anche come il Miami Beach Gay Pride, la città – e la sua gente – crea e vive i suoi eventi con il clamore che la contraddistingue. Fuoriuscendo spesso dalla location dell’evento stesso e pervadendo l’intera città, le sue strade, i suoi quartieri dei temi dell’evento che ospita.
E la F1 ed il suo proprietario – la Liberty Media dell’astuto ed abilissimo Stefano Domenicali – non ha fatto altro che cogliere e sfruttare la naturale capacità di Miami di creare entusiasmi e coinvolgimenti come sa perfettamente fare la indiscussa “capitale mondiale dei super eventi”.
E così è stato anche per la F1, con tutto il glamour possibile: Hamilton che gioca a golf con Tom Brady, Russell che assiste alla partita dei Miami Heat in NBA, Leclerc, Verstappen e Perez che provano il baseball ospiti dei leggendari Miami Dolphin. Pierre Gasly che si ritrova a cena con Michael Jordan sotto gli occhi della stampa. Le autovetture della Red Bull che sfrecciano sul MacArthur Causeway Bridge tra Miami Beach e Downtown, le monoposto in giro per Brickell. E poi i vips, giunti da tutte le parti del mondo a celebrare questa nuova grande kermesse americana. Nei dieci giorni precedenti l’evento sono transitati nella indiscussa ed indiscustibile “capitale mondiale dello spettacolo” personaggi del cinema, della tv, della musica, dello sport e della politica tra i più amati e famosi: Michelle Obama, LeBron James, David Beckham con signora, l’ex spice girl Victoria, Matt Damon, le sorelle del tennis Williams, Ryan Reynolds, Black Eyed Peas, Pharrell Williams, James Corden, Lindsey Vonn, Renée Zellweger, Dennis Rodman, e molti, molti altri.
E poi c’è la cura spasmodica della location. Un circuito straordinario creato dal nulla nel parcheggio dell’Hard Rock Stadium, la casa dei Miami Dolphins in Nfl, dove si gioca il Masters 1000 di tennis. Ma non un circuito ordinario, un’area pensata apposta per far crescere entusiasmo e tensione, passione e naturalmente business. Un circuito “inventato” che include una spiaggia artificiale e un porto turistico collocato fra le curve 6-7-8 dedicato alla rivendita di yacht. Barche non solo da acquistare ma da affittare per assistere alla gara direttamente dagli yacht, in perfetto stile Montecarlo. All’inizio si era addirittura pensato di mettere acqua vera all’interno del porto, ma poi si è dovuto rinunciare ripiegando su un vinile luccicante.
Tutt’attorno un circo commerciale, fatto di attività collaterali, concerti e spettacoli. Giochi, terrazze vip, musica, piscine vere, ristoranti, ponti pedonali e cabinovia, sole, palme e, appunto, l’occasione di incontrare celebrità, che a loro volta trovano palcoscenico e riflettori consoni.
Il risultato? Biglietti esauriti in 40 minuti: i posti in tribuna più economici costavano 640 dollari, quelli per il settore ospitalità fino a 10 mila. E per gli abitanti di Miami Gardens (il luogo in cui è sorto il circuito), preoccupati per la propria tranquillità ,un investimento di cinque milioni di dollari per compensare il fastidio arrecato. Questa è Miami, la città che si candida a sostituire, nei fatti e nell’immaginario, la fascinosa e inaccessibile Montecarlo. Ci scommette la Liberty di Domenicali che ha vinto la sua personale battaglia facendo appassionare – grazie anche a Miami – gli americani alla F1, complice anche la serie tv Netflix Drive to Survive giunta già alla 4ª stagione.
Appuntamento al prossimo evento che – come sempre – sarà un successo, c’è da scommetterci!