I documenti che testimoniano le gioie e i dolori dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti
Inaugurata, presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York diretto da Fabio Finotti (http://iicnewyork.esteri.it), la mostra “Orgoglio e Memoria – Emigrazione dal Mezzogiorno” che documenta attraverso le testimonianze ed i reperti custoditi nel Museo di Napoli – Collezione Bonelli (https://www.facebook.com/collezionebonelli), le diverse storie ed i risvolti economico-sociali del fenomeno migratorio che si verificò nel Mezzogiorno d’Italia a partire dalla metà del diciannovesimo secolo.
L’esposizione (una galleria simile non si vedeva dagli anni 50/60) e’ stata ideata dal giornalista Luigi Liberti e dal direttore del Museo di Napoli Gaetano Bonelli. L’iniziativa è finalizzata a sottolineare l’importanza e l’influenza che ha rappresentato l’emigrazione italiana per gli Stati Uniti d’America (ma non solo) e, non ultimo, far comprendere la centralità del tema anche in Italia, dove delle fatiche, dell’orgoglio, e dell’epopea degli emigranti si conosce veramente molto poco. Attraverso manifesti, locandine, cartoline, fotografie, ed oggetti sarà possibile, fino a fine agosto prossimo, fare un viaggio nel tempo di almeno cento anni.
All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il console generale d’Italia Fabrizio De Michele, l’onorevole Christian Di Sanzo, Silvana Mangione (CGIE), l’executive vice chairman del NIAF (National Italian American Foundation https://www.niaf.org/) John Calvelli, Joe Sciame, l’executive director della Columbus Foundation Lisa Ackerman (https://columbuscitizens.org) il presidente della Columbus Heritage Coalition Angelo Vivolo ( https://www.columbusheritagecoalition.org). In una sala gremita fino all’inverosimile, le emozioni, i ricordi e i sorrisi, a volte amari, hanno avuto la meglio. I presenti, per lo piu’ italo americani, oggi professionisti affermati, hanno ripercorso (in inglese, ndr) gli inizi, fatti di sacrifici, umiliazioni e tanto sudore.
Tra i premiati, grazie alla installazione del “Fame of wall”, anche il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, considerato un vanto per tutta la comunità di italiani all’estero.
“Sono davvero onorato. Vorrei ricordare mio padre, lui è stato prigioniero di guerra in Africa per cinque anni e questa è la cosa che mi ha dato in assoluto più forza nella mia vita, ogni volta che sono stato e sono in difficoltà, so che devo andare avanti perché, nonostante tutti i miei sacrifici, so che mio padre ne ha fatti molti più di me. L’ America è stata fondamentale per me ed ho avuto anche un po’ di fortuna. Sono arrivato fin qui, dall’Italia, con soli due strumenti, la fisarmonica ed un pallone da calcio. La laurea alla Columbia mi ha aperto le porte al mondo degli affari. Nel 1995 ho fondata la mia azienda Mediacom che ha avuto successo negli anni. Questa è davvero la terra delle opportunità”.
“La mostra e’ stata allestita in pochi mesi ma dietro c’è un lavoro di anni”, ha esordito Gaetano Bonelli, uno degli autori della mostra. “Ho iniziato a recuperare queste testimonianze da quando ero un adolescente perche’ vi era il desiderio di far si’ che la memoria delle nostre conunita’ fosse ricordata. Il brand del Made in Italy e’ nato anche grazie ai primi migranti”, ha concluso Bonelli.
A fargli eco Luigi Liberti:”L’idea e’ nata dal voler valorizzare l’archivio Bonelli, forse uno dei piu’ completi relativo alla emigrazione da Napoli verso l’America. Volevamo dare una visione diversa dell’emigrante sottolineando l’orgoglio. Il Wall of fame e’ un ulteriore onaggio che, per iniziare, ha premiato il presidente della Fiorentina, Rosso Camisso, e Carlo Scisurra, presidente dei costruttori di New York. Non ultimo, abbiamo pensato ad “premiazione” per i piu’ piccoli”. A tutti i ragazzi verrà consegnato un cartoncino a forma di valigia sul quale potranno scrivere tre cose che vorrebbero “mettere in valigia”; al termine della mostra verranno premiate le “valige” più originali.
“L’evento parla delle nostre origini, della partenza dal Meridionale, specie da Napoli, e devo dire che tutte le associazioni italiane presenti a NY sono state ampiamente disponibili a collaborare”, ha spiegato Vincenzo De Sio, Film director.
Il fenomeno dell’emigrazione, attraverso l’ingegno e l’operosità dei nostri avi, ha contribuito in maniera determinante a promuovere l’Italia ed il suo brand nel mondo, dando vita al Made in Italy, che ha fatto del nostro Paese un’icona universalmente riconosciuta per le sue eccellenze. Ma spesso proprio in Italia non si conosce la storia dell’emigrante. Silvana Mangione, Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni extraeuropei del Consiglio Generale Italiani all’estero (https://www.esteri.it), ha chiosato:”L’Italia continua a non sapere cosa sia il suo mondo italiano all’estero e questa e’ una cosa completamente sbagliata. In questa mostra si parla di orgoglio e memoria: l’orgoglio e’ quello che si e’ fatto, il percorso che ha fatto la nostra diaspora, riuscendo a far crescere l’America, oltre a costruire un futuro solido per la propria famiglia. Negli ulimi anni, in Italia, si parla di fuga di cervelli ma di tutto il resto no, come se ci fosse stata una specie di rimozione psicologica che deriva dal complesso di colpa di aver permesso, a tanti connazionali, di partire andando altrove a costruire il mondo quando potevano costruire l’Italia”.