8 marzo, il femminicidio è reato autonomo
La Giornata Internazionale della Donna, anche quest’anno viene celebrata con numerosissimi eventi istituzionali e privati. Previsti cortei e manifestazioni nelle più grandi città d’Italia. Un 8 marzo che quest’anno ricorda anche il venticinquesimo anniversario dell’ingresso delle donne nell’Esercito Italiano, la Guardia di Finanza e L’Arma dei Carabinieri.
Una giornata di riflessioni sulle conquiste e battaglie di libertà delle donne iniziate negli anni 60’. Lotte di emancipazione che oggi sono offuscate dal fenomeno sempre più drammatico e presente nella nostra società: il femminicidio. Tragedie che riempiono le pagine di cronaca nera, dove vi è sempre la mano di un uomo che uccide nel nome del possesso e di un sentimento chiamato impropriamente “amore”.
Un fenomeno a cui il governo italiano ha voluto, ancora una volta, dare una risposta concreta, con il disegno di legge che rende il femminicidio reato autonomo da scontare con la pena dell’ergastolo. Una svolta epocale, arrivata alla vigilia dell’8 marzo, applaudita anche dall’opposizione.
La premier Meloni ha dichiarato che il decreto-legge vuole essere un segnale chiaro, un passo avanti, per contrastare la violenza di genere e tutelare le vittime. «Il Consiglio dei ministri – ha detto – ha varato un decreto-legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga”.
La premier ha ringraziato i Ministri Eugenia Roccella, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Anna Maria Bernini e Maria Elisabetta Alberti Casellati, che hanno lavorato al provvedimento e che hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della Festa della Donna, un risultato, che segna una data storica nel contrasto alla violenza di genere.
Donne in divisa
Nella lotta al femminicidio le donne in divisa hanno un ruolo fondamentale, per professionalità ed empatia con le vittime. In Italia quest’anno l’8 marzo celebra anche un anniversario importante: i primi 25 anni di presenza femminile nell’esercito italiano, la Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri (le donne sono entrate nel corpo di polizia nel 1981). Un traguardo, l’ultimo baluardo abbattuto, che merita di essere celebrato per il valore simbolico, ma anche per il contributo concreto che le donne hanno portato e portano alla sicurezza e alla legalità nel nostro Paese.
Dal 2000 è iniziato nelle nostre forze dell’Ordine un percorso femminile tutto in salita, ma costellato di successi e conquiste. Un crescendo che vede oggi molte donne ricoprire ruoli di primo piano, impegnate in ogni ambito, dai reparti speciali e investigativi nel contrasto alla criminalità organizzata, alla sicurezza urbana.
In particolare, le donne in divisa danno uno straordinario contributo ai settori più delicati come l’abuso sui minori e la violenza di genere. Secondo gli esperti l’empatia femminile è spesso un elemento importantissimo nel trattare casi di violenza domestica, stalking e abusi.
Un 8 marzo, oggi, di riconoscimento a chi si impegna nel quotidiano a rendere la nostra società migliore. Una sfida ancora aperta in cui ognuno di noi può essere protagonista, abbattendo, anche nei piccoli gesti quotidiani, la diseguaglianza e violenza di genere. Senza girarsi dall’altra parte. E come ebbe a dire l’indimenticabile Oriana Fallaci: “Ogni nostro gesto è un atto di guerra. ogni nostra azione quotidiana è una forma di guerra che esercitiamo contro qualcuno o qualcosa”.