Giorgia Meloni e la conferenza stampa che passerà alla storia
Tre ore e 42 domande da parte dei giornalisti: basterebbero questi due dati per capire l’importanza della conferenza stampa tenutasi ieri a Palazzo Chigi. Per questioni di salute Giorgia Meloni aveva rinviato due volte il tradizionale appuntamento, rifacendosi ampiamente ieri. Molteplici gli argomenti trattati nel corso del botta e risposta con la stampa. A cominciare dal tema delle elezioni europee e delle alleanze. Il presidente del Consiglio è infatti in dubbio sul candidarsi al Parlamento Europeo per non distogliere tempo ed energie dall’azione di governo. Meloni ha rigettato l’ipotesi di un’alleanza con le compagini di sinistra e ha escluso per il momento eventuali rimpasti di governo, confermando piena fiducia alla squadra.
Ucraina e Medio Oriente
Un’attenzione centrale è stata occupata dai temi di politica estera, visto il clima internazionale incandescente. Palazzo Chigi vuole evitare a tutti i costi un’escalation e ha ribadito la necessità di lavorare per sanare la questione palestinese, che deve essere affrontata sin da subito e non alla fine dell’invasione israeliana. La leader di Fratelli d’Italia ha inoltre rivendicato la scelta di sostenere l’Ucraina con l’invio di aiuti, anche militari. Proprio il supporto occidentale viene presentato dalla premier come la chiave per trovare una soluzione diplomatica e tenere a distanza la Russia.
Mes: la stoccata a Conte
Meloni ha fatto poi un passaggio sul MES, definendolo “obsoleto” e accusando Giuseppe Conte di aver messo l’Italia in una situazione di difficoltà. Come è noto, infatti, era stato il politico grillino ad aver sottoscritto il Meccanismo Europeo di Stabilità nel gennaio 2021. Una querelle, quella tra Meloni e Conte, che è sfociata nella formazione di un Giurì d’onore per valutare l’esattezza delle dichiarazioni rese dalla leader di FdI alla Camera lo scorso 12 dicembre. Quel giorno Meloni aveva accusato il pentastellato di aver agito con il favore delle tenebre a danno degli italiani. Oltre al MES, Meloni ha espresso soddisfazione, seppur parzialmente, per il nuovo Patto di stabilità, siglato lo scorso 20 dicembre dai ministri delle Finanze dei 27 Paesi UE.
Caso Pozzolo e duello tv con Elly Schlein
Da giorni, come è noto, tiene banco in Italia il caso Pozzolo. La notte di Capodanno, il deputato di Fratelli d’Italia aveva incidentalmente sparato a un parente di un agente della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro. L’incidente era avvenuto a Rosazza, in provincia di Biella, nella locale Pro Loco. Nel corso della conferenza stampa, Meloni ha dichiarato di aver provvisoriamente sospeso Pozzolo dal partito. Il deputato è stato deferito a probiviri, che decideranno il da farsi.
Sollecitata dai giornalisti, Giorgia Meloni si è inoltre detta pienamente disponibile a un confronto televisivo con la segretaria del PD Elly Schlein. “Non mi sono mai sottratta e non lo farò stavolta” ha commentato la premier, definendo “normale” e “giusto” che i leader di maggioranza e opposizione si confrontino in vista delle elezioni.
Migranti e piano Mattei
Giorgia Meloni ha affrontato temi molto caldi, come quello dell’immigrazione. Il patto europeo sul tema ha accolto molteplici richieste italiane, anche se il problema secondo Giorgia Meloni va affrontato a monte, ossia evitando le partenze. Per questo, oltre alle nuove regole spuntate in sede europea, la premier torna sul piano Mattei. Tra poche settimane si svolgerà infatti la conferenza Italia-Africa, dove Roma potrà presentare direttamente agli Stati interlocutori la sua proposta. Rapporti non predatori ma di cooperazione, in grado di diffondere sviluppo e difendere il diritto a non emigrare. Questi gli obiettivi di Giorgia Meloni, in attesa di dettagli più precisi.
Giorgia Meloni e il premierato
Tra le riforme citate dalla premier, quella del premierato è una di quelle che le sta maggiormente a cuore. “Non vedo in cosa l’elezione diretta del capo del governo significhi togliere potere al capo dello Stato. Quando ho presentato la riforma costituzionale del premierato, la prima cosa che ho detto è di non toccare poteri del presidente della Repubblica e non li tocchiamo. Manteniamo intatto il ruolo del presidente perché è giusto così e perché sempre è stato una figura di assoluta garanzia”.
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