Letto il messaggio di Zelensky a Sanremo: “l’Ucraina sicuramente vincerà”
Dopo le polemiche dei giorni scorsi e il mistero sull’intervento o meno di Zelensky alla 73esima edizione del Festival, è giunto finalmente il testo del presidente ucraino, letto in nottata da Amadeus. Zelensky, dopo aver omaggiato la manifestazione e la cultura, è passato a parlare del conflitto che ha colpito il suo Paese.
“Sfortunatamente – ha scritto Zelensky – per tutto il tempo della sua esistenza, l’umanità crea non solo cose belle. E purtroppo nel mio paese si sentono spari ed esplosioni. Ma l’Ucraina sicuramente vincerà questa guerra. Vincerà insieme al mondo libero. VIncerà grazie alla voce della libertà, della democrazia e, certamente, della cultura. RIngrazio il popolo italiano e i suoi leader che insieme all’Ucraina avvicinate questa vittoria“. Zelensky ha poi augurato fortuna ai finalisti, invitandoli a Kiev dopo la fine della guerra. “Sono sicuro che un giorno ascolteremo tutti insieme la nostra canzone di vittoria“. Un messaggio molto atteso e discusso quello del presidente ucraino. Nella località ligure, infatti, si erano svolte manifestazioni contro l’intervento di Zelensky, mentre la comunità ucraina è scesa in piazza non lontano dall’Ariston per sostenere il proprio presidente.
Nessun collegamento video dopo le polemiche
L’intervento del presidente ucraino alla 73esima edizione del Festival di Sanremo (7-11 febbraio) ha catalizzato in questi giorni il dibattito pubblico, dividendo gli spettatori. Alla fine è stato l’ambasciatore ucraino a Roma a chiedere che venisse letto un messaggio di Zelensky al posto dell’intervento video inizialmente previsto. Pur facendo sentire la voce di Kiev nel corso di una kermesse seguita in tutto il mondo, la non apparizione di Zelensky ha sgonfiato in parte le polemiche: in molti hanno reputato inopportuno che a un festival della musica leggera si parlasse del conflitto nell’Europa orientale, con il rischio di spettacolarizzare il dolore e, allo stesso tempo, di rovinare la manifestazione.
Favorevoli e contrari all’intervento di Zelensky a Sanremo
“Un festival della musica leggera e un presidente in guerra con i civili che muoiono faccio fatica come ingredienti a inserirli”: la riflessione di Fabio Volo nel corso della puntata di Otto e Mezzo era la stessa condivisa da molti italiani. “Se ci ricorda cosa succede, chi ha voglia di cantare dopo?” chiedeva il popolare attore lombardo. Lo stesso Lucio Caracciolo, presente alla trasmissione di Lilli Gruber, osservava: “è come se fai una trasmissione sulla guerra e la interrompi con una canzone”. Perplessità che in questi giorni sono rimbalzate sia nelle parole dei commentatori televisivi che nel dibattito tra gli italiani comuni.
Molti pensavano invece che Zelensky dovesse avere la possibilità di avvalersi di un simile palcoscenico. Il Festival rappresenta senza dubbio una vetrina importante dove far conoscere ancora una volta le sofferenze causate dalla guerra e i dolori che hanno sconvolto le esistenze degli ucraini. Forse la scelta finale sulla lettura di un messaggio scritto ha rappresentato una giusta via di mezzo, non catalizzando l’attenzione degli spettatori sul conflitto ucraino, né sostenendo indirettamente le ragioni della guerra ad oltranza.
L’ironia dei russi e il sospetto di una trovata pubblicitaria
Zelensky, come è noto, non rappresenta solamente l’Ucraina ma anche una visione ben precisa del conflitto. Non è un caso che i russi abbiano tirato un sospiro di sollievo, ironizzando sul mancato collegamento video del presidente ucraino. Parole al vetriolo sono arrivate dal ministro degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. La politica russa ha infatti ironizzato sul fatto che Zelensky avesse le carte in regola per vincere la competizione canora, magari presentandosi con un testo rap.
C’è anche chi, pur condividendo la posizione ucraina, ha segnalato come la partecipazione di Zelensky fosse in realtà una trovata pubblicitaria della RAI per creare interesse verso il festival. Lo ha sostenuto Nicola Porro sul proprio sito, definendo quanto avvenuto “una semplice trovata pubblicitaria”. Il dibattito sull’opportunità o meno dell’intervento di Zelensky non avrebbe colto in questo caso che il vero obiettivo della querelle fosse quello di creare rumore attorno alla manifestazione. Cosa senz’altro riuscita.
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