Hollywood, sciopero degli sceneggiatori: non succedeva da 15 anni
Non succedeva dal 2007. Gli sceneggiatori cinematografici e quelli televisivi hanno dichiarato oggi uno sciopero per protestare contro le piattaforme streaming e i celebri studios. La Writers Guild of America, che conta oltre 11.000 sceneggiatori affiliati, ha motivato l’iniziativa in un tweet, definendo insufficienti i progressi emersi nel corso delle trattative sindacali in corso da un paio di mesi. Oggetto del contendere i compensi e i diritti d’autore, considerati inadeguati dagli operatori del settore. A Hollywood lo sciopero degli sceneggiatori rischia quindi di portare all’interruzione di molteplici programmi e serie TV cari al grande pubblico.
A niente sono servite le trattative con i giganti dell’entertainment, come Amazon, Apple, Discovery-Warner, Disney, Paramount, NBC Netflix, NBC Universal, Paramount e Sony. Queste negoziavano collettivamente sotto il cappello dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers, l’associazione di categoria che raggruppa centinaia d’imprese californiane.
A rischio programmi e serie TV. Miliardi di dollari in fumo
Come evidenziato, uno scenario simile si era verificato 15 anni fa, quando le proteste della medesima categoria bloccarono il settore per ben 100 giorni, provocando un danno da 2 miliardi di dollari. Come intuibile, a Hollywood lo sciopero degli sceneggiatori si ripercuote a cascata su molte altre professioni. Si calcola che vada a incidere su 800.000 lavoratori, rendendo dunque evidente quanto la situazione sia incandescente. Prima dell’annuncio la WGA aveva realizzato un sondaggio online tra i propri iscritti. Il risultato è stato schiacciante, con il 98% dei votanti che si è espresso a favore dello sciopero (al voto telematico ha partecipato un significativo 78% degli “aventi diritto”).
“No pages without fair wages”, nessuna pagina senza il compenso adeguato, questo uno dei motti della protesta. Comprensibilmente i promotori dello sciopero denunciano come gli incassi da capogiro delle multinazionali dello spettacolo siano finiti nelle tasche di pochi privilegiati. Una sperequazione retributiva e di tutele non più tollerabile secondo i lavoratori del settore. Non resta che assistere a un braccio di ferro che, comunque finirà, farà la storia di cinema, televisione e piattaforme streaming. Questa volta dalla parte della telecamera dove si svolge la vita reale.